Manfredonia e paludi Sipontine

 

Si prende, con direzione Vieste, la stupenda litoranea, una delle più belle strade italiane, che porta, toccando Mattinata, a Manfredonia. È tutto un rincorrersi di baie, scogli, torri sempre in vista di un mare stupendo. Quando l'antica città di Siponto, fondata nel 1000 a.C. fu condannata dal progressivo impaludamento e fu definitivamente distrutta da un terremoto nel 1200 d.C. il Re Mandredi, verso il 1250 d.C. fondò la nuova città di Manfredonia che divenne, per i popoli migratori dell'oriente, la porta del Gargano. Ora è una città di oltre 50.000 abitanti, industriosa e il suo porto, a cui possono attraccare anche le petroliere, riveste una notevole importanza per tutto il territorio.

Nel castello Angioino - XIII-XVII secolo - sede di un importante Museo Nazionale, è possibile visitare, e non solo questo, alcune mostre permanenti ampiamente meritevoli eli essere viste, come: "Ipogeismo in Daunia" mostra archeologica riferibile al fenomeno dell'Ipogeismo diffuso, nella media età del bronzo in Daunia; "la Daunia antica e il mare" interessante documentazione di archeologia subacquea; "stupenda raccolta" di Stele Daune che oltre ad essere una documentazione su usi e costumi è anche una documentazione sull'arte dei Dauni, di probabile origine Illirica, che qui vivevano e che qui erano sbarcati nel 1000 a.C.. Questo popolo era solito segnare le sue tombe con lastre di pietra (infisse nel terreno) mirabilmente incise. Era un popolo di navigatori, pastori, agricoltori e sparì in silenzio lasciandoci con le "Stele", ampia documentazione del suo passaggio. Da visitare, anche la Cattedrale del 1600 ricostruita sull'antico Duomo gotico distrutto dai Turchi e la Chiesa di S. Domenico, del 1200, con gli affreschi del 1300. Lasciata Manfredonia, dopo circa 3 km direzione Bari, si trova l'antica e bella cattedrale di S. Maria di Siponto, 1100 d.C. romanica, che è sopravvissuta alla distruzione della città di Siponto avvenuta definitivamente nel 1200 d.C. 
Superato il Lido di Siponto e una zona di bonifiche, il Mascherone, si incontra sulla destra una delle più grandi e interessanti zone umide d'Italia. È una serie di campi coltivati, di pascoli ma soprattutto di acque stagnanti, più o meno profonde, che interessano tutta la zona (oltre 6000 ha) compresa fra la ferrovia e la litoranea e qui scorrono i fiumi Candelaro e Cervaro con le relative zone di espansione. Dove una volta c'era il lago Salso troviamo una palude, ex Daunia Risi, con acque profonde, canali da percorrersi con il barchino e vasti canneti. Al contrario, la zona di Frattarolo è interessata da acque basse ad andamento stagionale. Purtroppo, anche qui, le continue opere di bonifica con relativa regolamentazione delle acque avevano ed hanno messo in serio pericolo l'esistenza di questa area, estremamente varia ed interessante. Finalmente, per merito di una analisi più seria, intelligente e programmata dei problemi economici del futuro si è cominciato a gestire l'ambiente in modo diverso. L'inserimento di queste zone nei confini del Parco risolverà molti problemi e porterà queste paludi a ritrovare la loro vera funzione naturalistica e scientifica con evidenti benefici economici.

Non faremo un elenco di tutte le specie animali e vegetali tipiche delle zone umide che qui si trovano, ma diremo solo che qui l'avifauna, stanziale e migratoria per quantità, varietà, rarità, e i canneti, giunchetti, tamerici ripagheranno ampiamente la fatica di un piccolo viaggio. Nella zona della foce del Candelaro, pascola il poderoso ma mansueto bufalo. Animale che vive a lungo (30 anni) che malgrado la mole e il peso (anche 800 kg e più) è abilissimo a muoversi sui terreni paludosi in cui ama immergersi quasi completamente durante le ore calde. È di origine orientale e il suo addomesticamento risale ad oltre 2000 anni fa. In zona, per il prossimo futuro è prevista la possibilità di assaggi tipici di questi allevamenti Per visitare questo "paradiso terrestre" si deve proseguire sulla litoranea verso Margherita di Savoia e prima di raggiungere Torre Carlone, in località Sciale Cataleto, circa 7 km dopo il Mascherone, si trova, un segnale turistico, l'entrata e il centro visitatori di questa riserva. Qui si possono avere informazioni, consigli e le scolaresche sono le benvenute. È possibile compiere escursioni a piedi o in barellino e sono stati predisposti ripari per l'osservazione.

Zone archeologiche si trovano a Coppa Navigata, Monte Aquilone, ecc. Prima di riprendere la via del ritorno non dimenticate di visitare, sulla strada per Foggia, pochi chilometri, la solitaria e stupenda Abbazia Romanica di S. Leonardo del 1100 d.C. Da sempre, nel giorno del solstizio in giugno, un raggio di sole che penetra da una vetrata va a illuminare lo stesso punto sul pavimento; casuale o conoscenza astronomica?

Il rientro è lungo la litoranea con direzione Mattinata.