Passeggiando nella campagna o nei boschi del Gargano avrete la possibilità di seguire il volo di splendide farfalle e vi sarà possibile vedere piccoli e grandi coleotteri come il cervo volante o lo scarabeo sacro che gli antichi Egizi veneravano. Vi sarà possibile vedere la Mantide Religiosa, il maschio dopo l'accoppiamento o fugge o viene divorato dalla sua compagn , nell'incredibile posizione di difesa e con un'attenta osservazione riuscirete ad individuare l'incredibile Stecco che è un lento cacciatore notturno e che nel suo mimetismo diventa ramo fra i rami. I campi e i boschi sono percorsi dalla guardinga volpe, dal tasso, dal riccio, dal coraggioso e insaziabile ramarro, dal nero biaco guizzante e irascibile ma non velenoso, dalla vipera che seppure velenosa va, in assoluto, rispettata per la sua estrema utilità. Forse avrete la fortuna di incontrare lo stupendo cervone, dal ventre giallo e dal dorso e fianchi solcati da righe nere, che con i suoi 2 metri e più di lunghezza è il più grande e innocuo serpente europeo. Il capriolo garganico, si ciba quasi esclusivamente di germogli, vive in Foresta Umbra assieme all'invisibile gatto selvatico e alla vivacissima donnola dal candido manto invernale. Tutti i boschi risuonano del chiaccherio della gazza e del tambureggiare del picchio sui tronchi assieme al canto di molti altri uccelli. II lago di Lesina ospita nuovamente la lontra e la testuggine marina e nel Cutino d'Umbra, in Foresta, troviamo la testuggine palustre. L'imponente e mansueto bufalo pascola nelle paludi di Lesina e Siponto. Fino ai primi anni del 1900 tutta la zona compresa fra l’Ofanto e il Candelaro (circa 75000 ha) era una zona paludosa e già famosa nel 1200, conosciuta da Federico II per la ricchezza e varietà dell’ avifauna. In seguito per un errato ed eccessivo recupero di terre ai fini agricoli, senza pensare ad una parziale diversificazione di sfruttamento ai fini economici si cancellò un territorio naturale, un unico, perdendo così un patrimonio di storia, cultura e ricchezza. Di questo habitat ne sono sopravvissuti circa 6000 ettari divisi in zone diverse: agricola, acquitrino e acque profonde e con una coraggiosa ma intelligente decisione sono stati inseriti, assieme a una zona di Lesina, nei confini del Parco. Il giorno e la notte sono segnati dal volo di molti uccelli come: il colombaccio, la tortora, l'upupa, la ghiandaia, lo sparviero, la poiana, il nibbio, il barbagianni, il gufo reale e molti altri. La sera, sui bianchi muri delle case, vicino ai punti luce, è facile scorgere il "sospettoso" geco intento a cacciare insetti. La testa grossa, gli occhi sporgenti, la bocca larga lo rendono, quasi, simile ad un coccodrillo in miniatura e le sue dita a spatola e fornite dì lamelle gli permettono di percorrere in velocità mura e soffitti. Non abbiate timore; non morde e non graffia, solo fugge timoroso. Cavalli di antica origine pascolano su queste terre, e incontrerete le capre garganiche dalle lunghe corna e gruppi di cani.
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