L'Isola di San Nicola ha sempre avuto in passato un ruolo di notevole importanza e tuttora costituisce ii centro storico, amministrativo dell'arcipelago delle Tremiti. Il nome San Nicola deriva da quello di un eremita che qui avrebbe costruito una cappella in onore del Santo Marinaio. Poche centinaia di metri la separano da San Domino, dal Cretaccio e da Caprara. L'isola ha una forma allungata con pareti a picco e costa frastagliata difesa da grossi scogli. La parte occidentale è occupata da costruzioni civili, da torri, castelli e antiche mura. All'estremità dell'isola vi è la Marina, un piccolo porticciolo dotato di un complesso sistema di fortificazioni. Sulla sommità sorge il pittoresco abitato e l'Abbazia di S. Maria a Mare.
La storia dell'isola di San Nicola comincia con l'arrivo dei Benedettini di Montecassino che fondarono la suddetta Abbazia ed edificacono le costruzioni attualmente ubicate sul versante settentrionale della chiesa, restaurate ed ampliate con con nuovi elementi architettonici nel XV secolo con l'arrivo dei Canonici Lateranensi.
La costruzione conventuale, solo a partire dal XV secolo dovette essere provvista di efficaci difese, costituite inizialmente dal torrione cilindrico e mura merlate cui si affiancarono successivamente la cinta esterna e il fossato. La chiesa è il solo edifìcio superstite del complesso medioevale trasformato in varie epoche, lasciando intatta la facciata quattrocentesca. Quest'ultima è lineare, i suoi montanti terminano con pinnacoli e bassorilievi di bifore cieche. Costruita tutta in perlinato svevo, pietra da taglio biachissima, la chiesa è il monumento più degno di ammirazione delle Isole Tremiti a pianta rettangolare, a tre navate con doppio deambulatorio. La navata centrale coperta da un soffitto ligneo dipinto che sostituì la cupola esistente precedentemente. Si notano resti di mosaico pavimentale dei secoli XI -XII e un polittico veneziano di legno intagliato e dorato della metà del XV sec. di linea gotica. In questa chiesa si fondono l'arte occidentale e la tradizione bizzantina visibile in maniera evidente nei grossi mattoni in cotto inseriti verticalmente tra i blocchi orizzontali dì pietra delle colonne portanti. Notissimo agli storici dal medioevo questo complesso monumentale è stato trascurato dagli studiosi dell'arte, causa le continue trasformazioni o rimaneggiamenti che nascondevano le antiche forme. A destra della, chiesa un portale immette nel primo chiostro, il più antico, severo con volte a crociera, pilastri in pietra e archi che si affiancano alla navata di sinistra della chiesa. Del secondo chiostro assume grande rilievo il meraviglioso porticato: 26 archi sostenuti da colonnine ioniche che reggono levolte a copertura del portico. Il colonnato rappresenta una grandiosa opera per l'eleganza della costruzione
Ha una lunghezza di 1.600 mt. da N.B. a S.O.; una larghezza massima di 450 mt. da E. a N.; un'altezza massima sul mare di 75 mt.; una superficie di ettari 41.74.95; uno sviluppo costiero di 3.700 mt.; Dista da S. Domino 450 mt., dal Cretaccio 300; mt. da Caprara 1.300 mt.